Fjord è ispirata a Jord, seduta disegnata sempre da Kossi Aguessy facente parte della collezione permanete del centro George Pompiduo. Fjord è un tributo a una cultura, la cultura umana, una cultura senza frontiere, senza confini. Una cultura fatta di evoluzioni e mutazioni . Ogni volta che ci sediamo su questa sedia, essa ci ricorda il pericolo dell’erosione del nostro mix di cultura globale, della nostra memoria.
Fjord è politica. Esiste in tempi in cui gli artefatti della memoria vengono distrutti di proposito in alcuni luoghi nel mondo.
Fjord è un tributo alla natura, la terra in quanto pianeta, e allo stesso tempo come un “Fjord” è una lunga e stretta scavatura con dei lati ripidi o scogliere , creati dall’erosione glaciale.
FJord è sociologica, poiché esiste per ricordarci che il pianeta non ci perdonerà l’erosione alla quale lo stiamo forzando.

Nelle sculture recenti di Sylvestre Gauvrit si avverte un passaggio importante, e nel suo caso probabilmente inevitabile, da forme con un riferimento oggettivo (divertente e imprevedibile come può esserlo quello alla forma della “pasta” alimentare, trascinata suo malgrado nell’universo nobile della scultura in marmo), al livello metafisico della forma pura. E’ un punto di arrivo, perché già in quelle sculture che ingigantivano e rimodellavano le forme più quotidiane e “usate” della vita, la finalità non era quella di proporre l’ennesimo oggetto neo-pop, ma quella di portarci a riflettere e a godere di elementi assoluti, linee, volumi, luce, ombra, materia, elasticità, equilibrio.